Friday, September 12, 2008

Quando una stella non c'è più ...

Quando una stella non c'è più ...

Una storia dedicata a tutti i bambini nel mondo.

Ho pensato a lungo come raccontare gli ultimi giorni e ho scelto la forma di una storia nella quale non usero nomi, eccetto quello del bambino: Ilya. Molti particolari non li posso purtroppo pubblicare qui. Quindi leggerete solo la punta del iceberg, tutto il resto della montagna rimarrà nascosto.

11 settembre 2008



La settimana scorsa arriva un messaggio di un amico nel chat nel quale mi dice che c'è un bambino che ha urgentemente bisogno di un trapianto di una parte dell'intestino. Il bambino ha appena due mesi ed gli estato esportato una parte dell'intestino. Il nome non l'abbiamo usato allora. La situazione era grave e non c'era tempo da perdere. Quindi abbiamo attivato dei contatti e vorrei ringraziare in modo molto particolare la persona che ha creato il contatto con un'ospedale ben noto a Roma. È andato tutto molto veloce, davvero. I medici a Roma si sono dimostrati molto disponibili, altro che quello che sempre si sente nelle notizie: ricordatevi, i medici qui sono in gamba e fanno quel che possono per salvare le vite e ricordatevi anche che sono in primo luogo esseri umani che hanno un'enorme responsabilità ogni giorno, ogni minuto, ogni secondo.

Abbiamo anche contattato un ospedale in Germania che ha risposto qualche giorno dopo quando il contatto con Roma già c'era. Ambedue i medici, in Italia e in Germania, hanno detto la stessa cosa: il bambino era in una condizione molto grave e in pericolo di vita. Il prossimo passo quindi era creare la communicazione tra i due ospedali. Non sapevamo se fosse stato possibile avere la communicazione in inglese o meno e quindi ho chiesto alcuni colleghi se conoscevano interpreti per medicina che lavorano con la combinazione russo o ucraino e italiano. Molti hanno aiutato dandoci contatti e abbiamo conservato tutti, perché serviranno anche in futuro e quindi: grazie ai colleghi traduttori che ci hanno aiutato.

Lunedì mattina, l'8 settembre 2008, c'era poi il primo colloquio tra vari dottori e abbiamo capito che cosa ci voleva per il trasporto. Dall'incubatrice con respiratore, all'aereo militare ... insomma: era una montagna da scalare. Di nuovo abbiamo avuto aiuto da molte persone e mancava solo il colloquio con il primario dell'ospedale mercoledì mattina alle ore 9:30 ore italiane e il procedimento per il trasporto che andava avviato tramite l'ambasciata italiana. Cioè davvero poco ... eravamo molto vicino e speravamo tanto che il primario dava l'ok per il trasporto che per noi significava il via per concludere tutto.

In questi giorni abbiamo imparato tanto, davvero tanto. Non solo su livello "tecnico", ma anche su livello umano.

Era arrivato mercoledì mattina e per la prima volta quel bambino ha avuto un nome per me: Ilya. In pochi giorni anche non conoscendo personalmente molte delle persone coinvolte nasce qualcosa come una relazione personale. Eravamo un po' nervosi perché il colloquio doveva decidere su molte cose.

Alle nove ca. arriva la notizia: Ilya ci ha lasciato alle 8:30 ore italiane.

Ilya non è l'unico bambino in queste condizioni, ce ne sono altri che hanno bisogno di cure ed attenzione. Una cosa per noi è chiaro: la morte di lui non deve essere stata invana. Deve servire per dare un futuro migliore ad altri bambini.

Ancora grazie a tutti quelli che ci hanno aiutato, anche a quelli che come segretari/e o ai centralini hanno accolto le nostre telefonate: avete aiutato a tentare l'impossibile. Quando vedo questo con tutto il mondo che ci viene sempre è soltanto presentato come negativo posso dire: c'è tanta forza positiva negli uomini, basta tirarla fuori.

Grazie!

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